ECCO COSA SUCCEDE NEL CERVELLO DEI
NOSTRI FIGLI ADOLESCENTI
Sono convinti che nessuno li capisca,
hanno i loro ritmi, vivono immersi nel
gruppo di riferimento dei pari, cercano
ardentemente nuove esperienze,
sembrano sprezzanti del pericolo, ma
hanno grandi potenzialità di
apprendimento.
E’ la rappresentazione degli adolescenti
fatta da Sarah-Jayne Blakemore,
professoressa di scienze cognitive
all’Institute of cognitive neuroscience
di Londra, dove da molti anni studia
quella strana popolazione rappresentata
dai ragazzi che si trovano nel turbolento
bivio tra l’infanzia e la giovinezza. Fra i
suoi strumenti di studio soprattutto la
Risonanza magnetica, che consente di
«fotografare» con grande precisione i
cambiamenti del cervello, mostrando
quanto quello degli adolescenti sia
assolutamente peculiare, del tutto
diverso dal cervello di bambini e adulti.
Un’informazione ormai consolidata tra i
neuroscienziati, che dovrebbe guidare le
modalità di insegnamento, ma che invece
non sembra essere tenuta in grande
considerazione dalle istituzioni
scolastiche.
L’intelligenza creativa
«Il cervello degli adolescenti è molto
portato verso l’apprendimento» dice la
professoressa Blakemore, recentemente
intervistata dal giornale inglese The
Telegraph. «E l’adolescenza è il periodo
peggiore per soffocare la loro creatività.
Gli adolescenti sono capaci di fare
cose straordinarie, eppure le scuole
non sono cambiate tanto da 400 anni a
questa parte. Più imparo su quanto il
cervello dei teenager sia plastico e
pronto a modificarsi, più mi domando se
stiamo fornendo loro il giusto ambiente
di apprendimento. Se potessero
disegnare essi stessi le loro scuole», dice
ancora la professoressa Blakemore, «gli
adolescenti punterebbero molto più
sull’apprendimento fra pari,
svilupperebbero orari di studio più
adatti al loro ritmo sonno-veglia, aule
con spazi aperti, piani di studio
individualizzati. Insomma, tutta un’altra
scuola».
La potatura delle sinapsi
A monte di tanta creatività e
rivoluzionaria visione della scuola, e
certamente anche del mondo, c’è dal
punto di vista neurobiologico un
rimodellamento completo del cervello,
che inizia proprio allo scoccare
dell’adolescenza. E’ il momento in cui si
arriva al massimo sviluppo della
quantità di materia grigia. Da allora,
paradossalmente, comincia il fenomeno
del cosiddetto pruning, la potatura di
una gran quantità di sinapsi, i punti di
contatto tra i neuroni, veri e propri
svincoli di informazioni dell’intera rete
cerebrale. Sembra un controsenso,
perché quello è il momento in cui si
iniziano ad affrontare problemi
complessi, in cui ci sarebbe bisogno della
massime capacità di ragionamento. Ma in
realtà la potatura ha proprio lo scopo di
migliorare l’efficienza, sfoltendo quello
che non serve, e mira a creare nuove vie
e a rafforzare quelle più importanti. Il
taglio coinvolge innanzitutto la corteccia
prefrontale, deputata al controllo del
comportamento, e la corteccia mediale
prefrontale, collegata alle decisioni
sociali e al governo dei rapporti con gli
altri, mentre diventa molto attiva una
parte profonda del cervello chiamata
«sistema limbico», coinvolta nel governo
delle emozioni e degli affetti.
Nel cervello degli adolescenti
Un profondo rimaneggiamento dal quale
emerge quell’organo particolarissimo che
è il cervello degli adolescenti. E così i
ragazzi diventano improvvisamente
preoccupati del parere degli amici e
refrattari ai consigli dei genitori, pronti a
correre rischi apparentemente assurdi,
insofferenti alla protezione
dell’ambiente familiare. «Dopo la
pubertà c’è bisogno di aprirsi verso
l’esterno ed esplorare l’ambiente» dice
ancora la professoressa Blakemore «e di
affiliarsi al proprio gruppo sociale
perché è il momento di diventare
indipendenti dalla famiglia. Io non ho
consigli magici da dare ai genitori, ma
quando provo a spiegare loro le ricerche
che faccio sul cervello degli adolescenti,
molte volte mi dicono che è almeno
importante sapere che cosa sta
succedendo lì dentro».
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