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QUATTRO SEMPLICI MOSSE PER AUTODIAGNOSTICARE PROBLEMI DI INSONNIA Svegliarsi al mattino con le gambe che faticano a stendersi e con addosso ancora un forte  torpore notturno che non se ne vuole andare neanche dopo una doccia ristoratrice?  Alzi la mano chi non lo ha mai sperimentato! Se si tratta di eventi sporadici, nulla di grave. Ma se la situazione si cronicizza possiamo trovarci di fronte ai primi sintomi di una probabile difficoltà a dormire, se non a una vera e propria insonnia. Ma come fare per capirlo? La National Sleep Foundation, prestigiosa organizzazione statunitense impegnata nel campo dell’educazione sociale, in un documento divulgativo, conferma l’efficacia di quattro mosse per auto-diagnosticare una sindrome che è condivisa da circa 9 milioni di italiani. Vediamo quali sono: PRIMA SEGNALE: dormire meno dell’85% del tempo di permanenza a letto SECONDO SEGNALE: addormentarsi sempre oltre 30 minuti da quando ci si è messi a letto TERZO SEGNALE: risvegliarsi almeno 2 o più volte per notte (il documento divulgato dall’organizzazione statunitense non concede più di un risveglio).  QUARTA SEGNALE: i risvegli non devono comunque superare i 20 minuti. Quando queste 4 situazioni si ripetono sistematicamente (non sto quindi parlando di episodi), è probabile che ci sia qualcosa che non va. In questo caso, prima di assumere farmaci, è molto utile rivolgersi ad uno psicologo che, dopo aver attentamente analizzato il problema (anche attraverso appositi test diagnostici)  può intervenire sui seguenti aspetti: 1. Igiene del sonnoovvero individuare tutti gli elementi che favoriscono e/o contrastano un facile passaggio dallo stato di veglia al sonno 2. Terapia comportamentale: insegnando a rivedere quelle azioni che disturbano un ingresso agevole nello stato di sonno 3. Ristrutturazione cognitiva: per rivedere possibili false credenze, errate convinzioni ed aspettative irrealistiche che spesso danneggiano più della mancanza stessa di sonno 4. Ipnosi: anche questo potente strumento è a disposizione dello psicologo opportunamente addestrato per facilitare il ritorno del sonno nei pazienti che evidenziano questo disturbo.     
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QUATTRO SEMPLICI MOSSE PER AUTODIAGNOSTICARE PROBLEMI DI INSONNIA Svegliarsi al mattino con le gambe che faticano a stendersi e con addosso ancora un forte  torpore notturno che non se ne vuole andare neanche dopo una doccia ristoratrice?  Alzi la mano chi non lo ha mai sperimentato! Se si tratta di eventi sporadici, nulla di grave. Ma se la situazione si cronicizza possiamo trovarci di fronte ai primi sintomi di una probabile difficoltà a dormire, se non a una vera e propria insonnia. Ma come fare per capirlo? La National Sleep Foundation, prestigiosa organizzazione statunitense impegnata nel campo dell’educazione sociale, in un documento divulgativo, conferma l’efficacia di quattro mosse per auto- diagnosticare una sindrome che è condivisa da circa 9 milioni di italiani. Vediamo quali sono: PRIMA SEGNALE: dormire meno dell’85% del tempo di permanenza a letto SECONDO SEGNALE: addormentarsi sempre oltre 30 minuti da quando ci si è messi a letto TERZO SEGNALE: risvegliarsi almeno 2 o più volte per notte (il documento divulgato dall’organizzazione statunitense non concede più di un risveglio).  QUARTA SEGNALE: i risvegli non devono comunque superare i 20 minuti. Quando queste 4 situazioni si ripetono sistematicamente (non sto quindi parlando di episodi), è probabile che ci sia qualcosa che non va. In questo caso, prima di assumere farmaci, è molto utile rivolgersi ad uno psicologo che, dopo aver attentamente analizzato il problema (anche attraverso appositi test diagnostici)  può intervenire sui seguenti aspetti: 1. Igiene del sonno:  ovvero individuare tutti gli elementi che favoriscono e/o contrastano un facile passaggio dallo stato di veglia al sonno 2. Terapia comportamentale: insegnando a rivedere quelle azioni che disturbano un ingresso agevole nello stato di sonno 3. Ristrutturazione cognitiva: per rivedere possibili false credenze, errate convinzioni ed aspettative irrealistiche che spesso danneggiano più della mancanza stessa di sonno 4. Ipnosi: anche questo potente strumento è a disposizione dello psicologo opportunamente addestrato per facilitare il ritorno del sonno nei  pazienti (fonte corriere.it)     
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